
Possiamo definire i grassi come degli zuccheri messi in dispensa. Il rapporto tra zuccheri e grassi è molto stretto: entrambi servono come fonte energetica all’organismo (come tutto, del resto, proteine e acqua incluse) e vengono utilizzati dall’organismo in maniera flessibile: incameriamo zuccheri e il meccanismo biologico-ormonale tramuta quelli inutilizzati in grassi, al fine di conservarli e riutilizzarli mobilitandoli e ritrasformandoli in zuccheri (glicogeno) quando questi sono esauriti.
Gli zuccheri vengono ingeriti con il cibo e immagazzinati negli adipociti, le cellule adipose del tessuto adiposo, localizzate sotto la pelle, oltre che nel fegato e attorno agli organi interni. Durante il processo digestivo vengono scissi nell’intestino tenue da specifici enzimi, le lipasi, e immagazzinati nell’organismo sotto forma di trigliceridi, colesterolo, lipoproteine e altre molecole lipidiche. Ovvero i grassi.
Grassi buoni, grassi cattivi
Il dottor Maoshing Ni, nel suo libro consigliatissimo Centinaia di modi di vivere cento anni offre una distinzione molto precisa in merito ai grassi. Scrive: “Non tutti i grassi sono cattivi. Ecco come distinguere i buoni. Ci sono tre tipi di grassi: monoinsaturi, polinsaturi e saturi. I grassi monoinsaturi, come l’olio d’oliva, di sesamo, di colza, di mandorla, di lino e di pesce sono grassi buoni. Contengono acidi grassi essenziali come l’omega-3 e l’acido gamma linoleico (GLA), fondamentali per lo sviluppo e la funzionalità del cervello, per la salute dei vasi sanguigni, del sistema immunitario, della pelle, per la fertilità e in generale per lo sviluppo fisico. I grassi polinsaturi (margarina, olio idrogenato di girasole e di mais, tra gli altri) contengono anch’essi acidi grassi fondamentali. Tuttavia, tali grassi sono estremamente lavorati e contengono grandi quantità di grasso trans (che si origina durante l’idrogenazione, cioè il processo che li rende spalmabili) coinvolto nell’insorgenza di malattie cardiache e tumori. I grassi cattivi sono quelli saturi e i trans prodotti con la frittura: burro, olio di palma, olio di arachdi, olio di cocco e lardo. Questi grassi aumentano i livelli di colesterolo e i trigliceridi, innalzando così il rischio di infarto e ictus. Meglio evitarli.”