Dieta, cattiva parola… non usarla!


 

L'obiettivo non è mettersi a dieta, e neppure dimagrire. Il vero obiettivo è un benessere stabile e duraturo in un corpo in equilibrio. Di Carrie Kinsley

 

Evita il più possibile di usare la parola dieta e il verbo dimagrire. Quest’ultimo è usato quasi
sempre all’infinito, come un orizzonte irraggiungibile, assonante a parole fatali come partire e
morire…
Dimagrire rimanda a una sfera semantica di privazione, di rinuncia, di malattia. Dimagrire è
deperire, consumarsi. Si dimagrisce quando si sta male, quando si è in pena d’amore, quando si è
deboli e stanchi.
Dieta è la sua controparte operativa, il suo braccio armato. Sono il poliziotto cattivo e il
poliziotto cattivissimo della nostra vita.
Se vuoi dimagrire (ovvero se vuoi raggiungere quella meta impossibile di privazione e deperimento
assoluto, di stato di malattia e malessere permanente) non puoi far altro che martoriarti con la
dieta.
Che bella prospettiva.
Oggi poi, con le acrobazie lessicali che solo il nostro mondo riesce a inventare, ci vengono
offerte diete, cioè metodi di privazione, dove “mangi quello che vuoi, quando vuoi e quanto vuoi”,
oppure dove puoi “dimagrire senza dieta”. Nel Far West i venditori di intrugli su calessi non
avrebbero saputo far di meglio.
Dimagrire, meta irraggiungibile, e dieta, parola punitiva.

Cambiamento, non dieta
Evita il più possibile di usarle. Evita il più possibile di considerarti “a dieta”, e di avere
l’obiettivo di “dimagrire”.
Qui non si tratta di mettersi a dieta o di diventare magri. Qui si tratta di raggiungere uno stato
di benessere permanente, una vita equilibrata priva di stress alimentare e in pace con il peso
corporeo.
Il cambiamento delle parole è un cambiamento radicale nella prospettiva. Noi dobbiamo cercare il
meglio per noi. Perché ci meritiamo il meglio.
Se un uomo o una donna pensano che essere sovrappeso o obesi sia il  meglio per loro, se essere sovrappeso o obesi per loro signi8ica essere felici, allora non hanno
nessun bisogno di “mettersi a dieta”, tantomeno di “dimagrire”. Non ho però ancora conosciuto una
persona grassa e felice. Uso l’aggettivo grasso con quella sfumatura di disprezzo che contiene la
parola quando la usiamo verso gli altri e verso noi stessi.
Colpa della società con i suoi standard estetici? In parte, ma non confondiamo il modello
anoressico che pubblicità e moda ci propinano con l’obesità e il sovrappeso. Sono entrambi
squilibri e il fatto che non si possa essere grassi e felici sta proprio in questo: sovrappeso e
obesità sono il segno, anzi i sintomi, di uno squilibrio.
Squilibrio su cui possiamo intervenire in modo pratico, passo per passo, con 8iducia e costanza.
Vorrei che eliminando le parole dieta e dimagrire tu avessi come obiettivo il raggiungimento del
tuo stato ideale di benessere, ti concentrassi su questo (ci lavoreremo con gli speci8ici esercizi
mentali), e lavorassi per rendere il tuo obiettivo una realtà.
Abbondanza, non privazione, ricchezza, non povertà, godimento, non rinuncia!