Buone abitudini per il cervello. Di Paul L. Green


Per allenare il cervello comincia dalle buone abitudini. Le caratteristiche peculiari del nostro cervello sono la sua plasticità e la sua capacità di produrre nuovi neuroni, arrivando così a rigenerarsi. Il suo compito principale è quello di garantire il nostro benessere sia fisico che mentale. Esistono tuttavia dei processi esterni al nostro bagaglio genetico che si oppongono alla sua spontanea neurogenesi e che causano un invecchiamento precoce delle nostre cellule cerebrali.
Un danneggiamento serio dei neuroni può portare a malattie neurodegenerative che possono colpire la memoria, come per esempio l'Alzheimer, oppure le nostre capacità motorie come il morbo di Parkinson o la sclerosi laterale amiotrofica, la SLA. L'invecchiamento cerebrale è causato per 2/3 dall'uso che noi stessi facciamo del nostro cervello. Quindi siamo noi i primi responsabili del deterioramento delle sue prestazioni, a partire dalle abitudini che assumiamo nella vita quotidiana.
Mantenere il cervello sano significa prima di tutto conservare il proprio benessere generale di mente e corpo. È quindi importante cominciare dal nostro stile di vita e dal nostro atteggiamento mentale per ricaricare il nostro cervello e mantenerlo sempre attivo e giovane. Un cervello non allenato, infatti, invecchia un terzo più velocemente rispetto a un cervello stimolato di frequente. Vediamo quali sono i comportamenti più dannosi per i nostri neuroni, quelli che maggiormente vanno a contrastare la plasticità e la neurogenesi cerebrale.

Le droghe fanno (veramente molto)
Tra questi troviamo l'assunzione di droghe. Le sostanze stupefacenti interferiscono con la nostra capacità di ricordare, andando ad alterare chimicamente il nostro stato di coscienza e a influenzare anche il nostro sistema nervoso. Modificano anche la nostra percezione della realtà, il nostro comportamento e il nostro umore, oltre a danneggiare gravemente la nostra memoria. Che si tratti di una droga anestetizzante o stimolante, l'effetto sul cervello può rivelarsi devastante, causando alterazione della capacità di ragionamento, di giudizio e di scelta razionale, oltre che causare dipendenza e assuefazione.
La cocaina, per esempio, altera la produzione di dopamina, neurotrasmettitore che svolge un ruolo attivo nella regolazione dell'umore, della cognizione, del movimento volontario, del senso di appagamento del sonno, tanto che a lungo andare il cervello non sarà più in grado di produrla autonomamente.

Il cervello al centro
A osservare i numerosi esempi, è ormai chiaro che, nonostante l'apparente diversità delle direzioni in cui procedono, la maggior parte delle discipline prettamente scientifiche si trova come attirata verso un vortice al cui centro c'è il cervello. I chimici si stanno occupando delle complesse strutture molecolari che interagiscono al suo interno. I biologi ne scoprono sempre nuove funzioni.
I fisici intuiscono analogie con le ricerche sui più remoti recessi dello spazio. Gli psicologi cercano di capire che cosa sia la mente. Ma l'esperienza è frustrante, come tentare di appoggiare un polpastrello su una goccia di mercurio. E i matematici che hanno costruito modelli per i computer più complessi e perfino per l'universo non hanno ancora elaborato una formula che descriva le operazioni che si svolgono normalmente dentro ciascuna delle nostre normalissime teste.
Ogni giorno della nostra vita, da tutti questi sforzi possiamo dedurre che il cervello è infinitamente più potente e raffinato di quanto abbiamo mai pensato. Chiunque si ritrovi con un cervello che ironicamente viene definito normale ha molte più capacità e potenzialità di quanto si credesse in passato. Tony Buzan. Usiamo la testa.

Potenziare la memoria e l'attenzione

Il cervello è in grado non solo di rigenerarsi, ma anche di cambiare, di adattarsi a ogni nostra esperienza o pensiero per migliorare la nostra capacità di interagire con l'ambiente e quindi di sopravvivere. La funzione principale che ci aiuta ad acquistare le nostre abilità e le informazioni necessarie da utilizzare al momento del bisogno è la memoria nel suo archivio più profondo. Essa ci permette di immagazzinare e di fissare i nostri ricordi e ritrovarli in seguito in caso di necessità.
Dalla nostra memoria dipende ciò che siamo e potenziarla può davvero migliorarci la vita di tutti i giorni. Nel nostro cervello non esistono singole zone deputate alla memorizzazione, ma una complessa rete di cellule designate a questa funzione. Nonostante ciò, alcuni studi hanno individuato alcune aree cerebrali strettamente connesse ai processi di memorizzazione. Le due aree principali si trovano nel sistema limbico e sono l'ippocampo e l'amigdala, mentre il primo smista le informazioni nella memoria a lungo termine durevole nel tempo.
Il secondo seleziona le nostre percezioni in base al peso affettivo ed emotivo. Vediamo più da vicino che cos'è la memoria e come funziona il nostro processo di memorizzazione. Il nostro processo di memorizzazione avviene essenzialmente in tre fasi

1.  Registrazione o ricevimento, dove le informazioni sono percepite dagli organi sensoriali. Questa fase è principalmente influenzata dall'attenzione.

2. Immagazzinamento, cioè il mantenimento dell'informazione codificata, fortemente rinforzato dalla ripetizione, cioè dall'abitudine e dal peso emotivo.

3 Recupero o richiamo, che consente di far riemergere a livello conscio le conoscenze immagazzinate come risposta a un determinato stimolo.

Memoria sensoriale e memoria semantica
In media il nostro cervello scarta il 75% delle informazioni raccolte in un'intera giornata. Di quello che resta, solo uno viene immagazzinato dalla memoria a breve termine e ancora meno finirà nell'archivio indelebile del nostro cervello, cioè la memoria a lungo termine. Ognuno di noi possiede diversi tipi di memoria dei veri e propri archivi, che si differenziano in base alla durata del ricordo e alla capacità di immagazzinamento.
1. La memoria sensoriale o sensitiva rappresenta il primo archivio ed è quella che trattiene le informazioni puramente sensoriali. La sua capacità di immagazzinamento è molto bassa, così come la sua durata uno o 2 secondi, tanto che se non passa nell'archivio successivo si perde per sempre. Due La memoria a breve termine è anch'essa una rete neuronale transitoria, poiché la sua durata si aggira sui pochi minuti e la sua capacità di trattenere il ricordo è relativamente bassa.
E la memoria che si utilizza quando ci ripetiamo un numero di cellulare prima di registrarlo in rubrica. Se non lo si ripete, lo si dimentica facilmente. Tre La memoria a lungo termine è invece l'archivio più esteso e perpetuo nel tempo. Ha una capacità quasi illimitata che consente, quando se ne ha bisogno, di recuperare informazioni. La nostra memoria a lungo termine si divide a sua volta in tre grandi magazzini. Uno una memoria cosiddetta episodica, i cui ricordi sono legati a una determinata esperienza e alle emozioni che vi attribuiamo.
2. La memoria semantica, che si riferisce alle conoscenze astratte o degli oggetti del mondo. In questo modo nuove informazioni vengono aggiunte a quelle che già conosciamo, creando nuove connessioni neuronali. Per esempio, quando leggiamo un libro o seguiamo una conferenza che ci interessa. Tre. Una memoria procedurale che ricorda azioni e procedure per eseguire comportamenti complessi che necessitano abilità motorie da apprendere con l'esercizio e la pratica.